Oggi parleremo della rinosinusite cronica e per farlo abbiamo con noi il Dott. Puya Dehgani, Specialista in Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico-Facciale , presidente dell’Associazione Naso Sano, un’organizzazione di volontariato che si propone esclusivamente finalità solidaristiche nel settore della ricerca e cura delle patologie infettive e tumorali dei distretti Testa-Collo e Covid-19, con particolare attenzione alla prevenzione e ricerca scientifica .
La rinosinusite cronica è una patologia infiammatoria che ha una grandissima correlazione con altri stati quali ad esempio la rinite allergica, l’asma, e altre patologie in forte espansione a causa soprattutto dei cambiamenti ambientali. Si tratta di patologie variabili da paziente a paziente proprio perché determinate da diverse variabili Il termine rino sinusite sta ad indicare un’ infiammazione del naso e dei seni paranasali. I seni paranasali sono delle cavità presenti all’interno della nostra testa che fungono sia da cassa di risonanza che anche come ventilazione e ogni qual volta si deposita del muco o una patologia infiammatoria all’interno di questi seni paranasali, noi sviluppiamo quella che è chiamata rino sinusite, che può essere differenziate in acuta, subacuta o cronica. Per cronica viene intesa qualsiasi patologia che ha una durata superiore alle quattro settimane. Nella condizione di cronicità dobbiamo a sua volta differenziare le condizioni che sono sotto controllo farmacologico oppure quelle che invece non sono sotto controllo farmacologico e che vanno trattate a livello chirurgico. I sintomi possono variare, ma tendenzialmente classifichiamo quelli che sono caratterizzati da una condizione di ostruzione nasale, sintomatologia di rinorrea o anche di secrezioni all’interno dei seni paranasali, edema, dolore nei punti di proiezione cefalea, dolore. Questa condizione può essere associata, in alcune condizioni, anche a disturbi di olfatto o di cambiamento del gusto, alle volte anche simultaneamente. Precedentemente si valutavano i sintomi solo a livello nasale, ora sappiamo che le vie aeree sono strettamente correlate, quindi le patologie del naso possono riflettersi sui polmoni e a sua volta ciò che riguarda i polmoni può riflettersi anche sul naso. Ecco la stretta correlazione tra l’asma e ad esempio la Rino sinusite. Grazie all’aumento della ricerca e soprattutto degli studi di ricerca si sono caratterizzati e prodotti dei documenti che servono a validare questi sintomi a caratterizzare fino tipizzare un paziente. Il primo accesso ovviamente avviene a livello del medico di medicina generale il quale poi inquadrato il paziente deciderà se inviarlo a un accertamento specialistico. L’accertamento specialistico da parte dello otorinolaringoiatra prevede necessariamente una valutazione endoscopica attraverso delle telecamere che entrano nel naso e ci permettono di vedere le strutture all’interno. Un’anamnesi approfondita e una visita accurata ci permetteranno di catalogare il paziente, poiché non tutti i pazienti sviluppano patologie infiammatorie come i polipi nasali ma ci possono essere delle condizioni che invece riguardano una condizione subalterna, quella che è la rinite allergica. L’utilizzo dei questionari ci permette di valutare ad esempio l’impatto che hanno questi sintomi sulla qualità della vita. Le indagini di secondo livello, invece, riguardano ad esempio la TAC. La Tac ci aiuta a visualizzare la parte ossea, il massillo facciale e il flusso aereo del naso, quindi capire se sono presenti eventuali restringimenti o la presenza o meno di polipi e in alcune circostanze anche altre problematiche che non sono necessariamente di competenza da Rino sinusite ma che sono una collaterale. La rivalutazione avviene dopo un periodo di terapia. Il Sars Covid 19 ci ha insegnato l’importanza di lavarci le mani. Così come si lavano le mani e i denti, allo stesso modo dovremmo imparare l’importanza dei lavaggi nasali per tenere pulite le cavità nasali. L’irrigazione ci permetterà di lavare il naso e di far entrare il farmaco antinfiammatorio.Questo ci serve per sgonfiare e per mantenere idratate le mucose, per cercare di tenerle pulite e cercare di far sì che il cortisone abbia un rilascio lentoe prolungato nel tempo. Se necessario si procederà poi ad una terapia antibiotica. Se invece non dovesse bastare sarà necessario intervenire in modo chirurgico. La chirurgia endoscopica dei seni paranasali è una tecnica che ormai da più di vent’anni viene implementata e a differenza del passato avviene in maniera mini invasiva e serve a riaprire i seni paranasali così da permettere un ingresso più facilitato dei farmaci all’interno di quest’ultimi per poter sgonfiare ed evitare la cronicizzazione continua. L’intervento avviene in anestesia totale con una minima permanenza ospedaliera, di solito una notte. Negli ultimi anni , c’è una maggior attenzione sull’argomento, vista la varietà di patologie insorte a seguito del Sars Covid 19 e, alcuni disturbi che precedentemente non venivano valutati adesso sono considerati maggiormente come ad esempio il problema dell’olfatto e del gusto. Inoltre l’aumento della patologia asmatica della rinite allergica hanno portato un maggior interesse e una maggiore sensibilità verso certi argomenti. Questo permette di uniformare i trattamenti e le diagnostiche a livello internazionale avendo così una linea comune di trattamento. Attraverso l’associazione NasoSano, cerchiamo di portare portare avanti a livello internazionale ricerche che riguardino non solo ed esclusivamente le patologie delle vie respiratorie ma anche quelle tumorali ovviamente dei distretti teste collo e cerchiamo di aderire a livello internazionale a Campagna di prevenzione di sensibilizzazione.
Potete seguire l’attività del Dott. Puya Dehgani, Presidente dell’associazione www.nasosano.it, attraverso il suo profilo Instragram che utilizza per spiegare la sua attività attraverso video e informazioni.