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Anoressia, bulimia e Binge Eating Disorder: ne parliamo con la Dottoressa Maria Assunta Pierotti Presidente de “Il Pellicano Onlus”

I Disturbi del comportamento alimentare (DCA), denominati anche disturbi della nutrizione e dell’alimentazione sono ormai una dura realtà con la quale siamo costretti a confrontarci ogni giorno.

Una realtà in aumento che non fa distinzioni di sesso, classe sociale, religione.

Si stima che in Italia soffrano di DCA oltre 3 milioni di persone, con un incremento esponenziale post pandemia: il 30% ha meno di 14 anni, e i casi tra i maschi sono aumentati dal 1% al 20%.

Mercoledì 15 marzo, in occasione della Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, dedicata ai disturbi del comportamento alimentare, ci siamo confrontati con l’Associazione “ Il Pellicano” che opera sul territorio umbro cercando, grazie all’aiuto di professionisti volontari di dare un aiuto concreto a coloro che soffrono di disturbi del comportamento alimentare.

Abbiamo incontrato la Presidente, Dott.ssa Maria Assunta Pierotti che ci ha parlato della nascita dell’Associazione, le tappe percorse dagli anni ’70 ai giorni nostri, la motivazione e l’impegno che giorno dopo giorno guidano il team di psicologi, nutrizionisti e volontari a perseguire in questa missione ed è proprio attraverso le sue parole che vogliamo presentarvi il lavoro di questa Onlus:

“C’è stato un tempo in cui l’Italia poteva vantare l’istituzione di un servizio sanitario nazionale garante del diritto fondamentale del cittadino alla salute e dell’interesse della collettività. Era il 1978; in quegli anni il dibattito sui temi della salute non si limitava alla richiesta di una più equa distribuzione dei servizi e a pur importanti aspetti economico finanziari. Si discuteva sul concetto di salute, ci si interrogava sui bisogni e sulla domanda sanitaria, sulle sue motivazioni e sui condizionamenti derivanti da un sistema in cui un ruolo importante era svolto da interessi particolari. Da quando la cura della nostra salute è stata affidata alle aziende e ai manager o direttori, la salute è diventata un bene tra i beni, una merce tra altra merce da amministrare. In quel clima culturale, nel 1997 nasce Il Pellicano, primo Centro a Perugia che si è preso cura di persone affette da Disturbi della Nutrizione e dell’ Alimentazione (DNA). Nel centro di salute mentale di Perugia, in continuità con l’esperienza che ha portato alla chiusura del manicomio, un gruppo di pazienti, sostenuti dagli operatori psichiatrici, ha dato vita a un’associazione, il Pellicano, costituita da ex pazienti. Allora si valutò l’importanza di assumere l’impegno e la responsabilità legale di rappresentare e curare una patologia allora poco compresa e molto grave, e di offrire una risposta diversa e più appropriata ad affrontare uno dei problemi che affliggevano e che affliggono ancora il nostro tempo e che colpiscono prevalentemente (85%) giovani ragazze (si calcolano più di tre milioni di persone in Italia affette da DNA e 15.000 in Umbria) e i bisogni spesso incompresi di chi ne soffre. L’idea allora era quella di offrire uno spazio nuovo di accoglienza e ascolto per i pazienti e per le famiglie, che permettesse agli operatori interventi più mirati e capaci di vincere le resistenze a curarsi che caratterizzano queste patologie. Il Pellicano, in convenzione con l’Asl 1 dal 1998, ha risposto con la costruzione di un porto sicuro di accoglienza, di ascolto e di cura: una casa in cui sia lo spazio che il tempo fossero riempiti di significati e contenuti volti a dare sicurezza, autostima, distacco, serenità, perché si è capiti e protetti fino alla presa di coscienza e alla guarigione. In questi ultimi venti anni al nostro centro si sono rivolti più di 2000 persone e annualmente più di 100 accedono alla nostra struttura. Nel 2022 abbiamo registrato 188 pazienti, dei quali 133 già in carico, inoltre 64 familiari dei quali 26 già in carico. La peculiarità del Pellicano è nella modularità delle proposte, adattare il trattamento alle esclusive individualità di ciascuno: lettura, pittura, teatro, scrittura, cucito, preparazione dei pasti, cura dell’orto; tutte le attività hanno l’obbiettivo di avvicinare i pazienti alla conoscenza di sé, attraverso il rapporto con la realtà circostante e le infinite possibilità di modificarla, ricrearla, amarla. Queste attività ridefiniscono le forme e i modi dello stare insieme e dello star bene, della prossimità con le cose belle e le cose buone contribuendo alla creazione di un contesto, di un ambiente in cui è possibile affidarsi e fidarsi, per accettare serenamente tutti i risvolti delle proposte terapeutiche.

Cinque i punti qualificanti del nostro intervento:

1) Accompagnare il soggetto perché si disponga all’accoglienza e all’ascolto riflessivo

2) Che il paziente accetti e riconosca la propria condizione, nei suoi limiti e nelle sue potenzialità

3) Il coinvolgimento delle famiglie

4) Che tutte le dimensioni della persona siano rilevate e considerate

5) Il lavoro di equipe in rete con le istituzioni culturali, scolastiche e con i servizi sociosanitari

Gli aggiornamenti continui derivati dallo studio delle neuroscienze ci confortano sulla necessità di creare condizioni terapeutiche volte ad armonizzare le finissime interazioni tra i neuromediatori con il fine di ricostruire una condizione di benessere: il godimento estetico, l’uso consapevole delle mani per modificare e plasmare gli oggetti con la capacità di prevederne un uso differente, la scoperta delle infinite possibilità di lettura storica e culturale intorno al cibo, il rapporto con la natura che ne è padrona e produttrice, l’arricchimento dell’autostima che nasce dalla condivisione di attività e progetti, l’esercizio della libertà espressiva sono tutte proposte che intervengono sulla produzione di endorfine e serotonina e sul riequilibrio della produzione di dopamina, di adrenalina e cortisolo, con tutte le conseguenze sul controllo dell’appetito, sulla sensazione di fame, sulla rilettura estetica del proprio corpo.

I Numeri

55: i nuovi accessi nel 2022 oltre i 133 già in carico.

47 femmine e 8 maschi (14,5%), una percentuale quella maschile in crescita negli ultimi anni, pre-pandemia avevamo un dato inferiore al 10%. L’età dei nuovi pazienti denota una maggioranza di ragazzi in età adolescenziale, di cui 13 sono studenti universitari, la loro provenienza è prevalentemente l’ASL1 di Perugia circa il 70%.

Per ciò che riguarda i disturbi, in particolare le diagnosi, sempre nell’anno 2022:

con diagnosi di Anoressia Nervosa il 38,2%,

con diagnosi di Bulimia Nervosa il 20%,

con diagnosi di B.E.D. (Binge Eating Disorder) il 23,6% e il 18,2% con altri disturbi alimentari

Una realtà solida, un supporto e un aiuto importante che attraverso la propria attività rappresenta un porto sicuro per malati e famiglie.

L’Associazione Il Pellicano ha sede a Perugia in Via Guglielmo Marconi

Potete trovarla su Facebook e su Instagram come “Il Pellicano Onlus” Il Pellicano ONLUS

www.ilpellicano.perugia.

 

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