«La robotica è una realtà, precisione e ripresa rapida per i pazienti»

Seconda puntata con il direttore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Digestiva e d’Urgenza dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni. «La chirurgia mininvasiva sta velocemente diventando il gold-standard per molte patologie, per le quali offrire un intervento tradizionale non è più accettabile». In questa seconda puntata il dottor Giovanni Domenico Tebala, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Digestiva e d’Urgenza dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni, ci spiega in modo chiaro le nuove tecniche operatorie – la chirurgia laparoscopica e quella robotica – e illustra come la sala operatoria stia cambiando pelle e si stia sempre più modernizzando.

Dottore, parliamo delle nuove tecniche operatorie: laparoscopia e chirurgia robotica. Quali sono i vantaggi? 

La chirurgia mininvasiva ha rappresentato un notevole passo in avanti tecnologico a beneficio dei malati. Anziché fare una grande incisione che può essere dolorosa, con recupero lento e con un’enorme percentuale di complicanze, si è passati a una chirurgia più gentile e meno invasiva: con dei piccoli buchi sulla superficie dell’addome si riesce a far passare lunghi strumenti ed asportare anche voluminose masse neoplastiche, a ricostruire l’intestino o altre strutture importanti dopo l’asportazione di un organo o parte di esso. Questa è la chirurgia laparoscopica. La chirurgia robotica è stata invece un’ulteriore evoluzione: gli strumenti non vengono gestiti direttamente dal chirurgo al campo operatorio, ma da una macchina che per comodità chiamiamo robot. La chirurgia laparoscopica o robotica associate ai cambiamenti di trattamento pre e post operatorio, permettono oggi a un paziente di alimentarsi praticamente subito dopo l’intervento, di alzarsi dal letto il giorno dopo e di andare a casa prima rispetto a quanto avveniva in passato. Inoltre, il rischio di complicanze è minore perché le manovre sono molto precise. Si può pensare anche a un vantaggio estetico, ma le assicuro che un paziente con un cancro dell’addome non pensa alla cicatrice, per lui non è una priorità. Quello che è rivoluzionario è che il soggetto recupera prima, ha meno dolore e torna a casa dopo 4-5 giorni dall’operazione con una efficacia chirurgica che è sovrapponibile, se non migliore, rispetto alla chirurgia tradizionale.

Una guarigione più rapida è importante anche per chi deve sottoporsi a terapia complementare, penso alla chemio dopo l’asportazione di un tumore…

Anche questo è un fattore importante. Un paziente che recupera più in fretta, se deve fare una terapia complementare, sia essa chemioterapia o radioterapia, può iniziarla prima e tollerarla meglio.

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Ci spieghi meglio come funziona la chirurgia robotica.

È un tipo di chirurgia mininvasiva che funziona grossomodo come quella laparoscopica: si fanno 4-5 buchetti sulla superficie dell’addome attraverso i quali passano degli strumenti molto lunghi che consentono al chirurgo di praticare l’intervento. Mentre però in laparoscopica il chirurgo gestisce gli strumenti sul campo operatorio, in chirurgia robotica gli strumenti sono manovrati, ovviamente dal chirurgo, ma attraverso una macchina estremamente tecnologica che si posiziona accanto al malato e muove gli strumenti. Il chirurgo operatore siede a una certa distanza dal tavolo e si immerge in una realtà tridimensionale aumentata, all’interno della quale esegue l’intervento virtualmente senza toccare il paziente. Questa chirurgia ha il vantaggio di essere più precisa della laparoscopica e consente manovre più mirate. Si va sempre più verso questa pratica perché permette manovre e procedure che sarebbero altrimenti state eseguite in chirurgia aperta tradizionale. Bisogna però chiarire un aspetto: molti pensano che la chirurgia robotica sia una chirurgia fatta da un robot, ma non è assolutamente vero. È il chirurgo che opera, le macchine che utilizziamo non prendono decisioni autonome e non eseguono manovre in autonomia, ma sono semplicemente dei sistemi di chirurgia avanzati. Il termine robot può essere fuorviante, ma è molto utile per capire e identificare questo tipo di chirurgia.

Magari in futuro ci potranno essere i robot a operare…

Si arriverà probabilmente a una chirurgia robotica propriamente detta, laddove il robot riuscirà a compiere alcune manovre in autonomia, soprattutto quelle ripetitive come fare un nodo o mettere un punto. Non escludo che questo possa avvenire nel futuro, anzi per certi aspetti me lo auguro, ma fortunatamente al momento tutto passa dalla testa e dalle mani del chirurgo.

Come si sta modernizzando la sala operatoria?

Ormai molte sale operatorie del mondo occidentale hanno un robot chirurgico – alcune anche più di uno – o strumenti laparoscopici avanzati. Sono a volte presenti anche monitor ad alta definizione o tridimensionali, in cui si possono vedere le immagini di una TAC che si integrano con le immagini robotiche o con quelle laparoscopiche, in modo da ottenere una chirurgia molto più precisa. Grazie a questo il chirurgo può simulare l’intervento il giorno prima nel suo studio, riportarlo in sala operatoria e rivederlo al monitor: ciò rende tutto più sicuro. Purtroppo questa tecnologia avanzatissima è ancora alle fasi iniziali, non tutti gli ospedali la posseggono perché è molto costosa. Invece degli strumenti per la laparoscopia non se ne può fare a meno: ormai non è più lecito affrontare una colecistectomia, ad esempio, ma anche un intervento di resezione del colon, per via aperta come prima scelta. La chirurgia mininvasiva sta velocemente diventando il gold-standard per molte patologie, per le quali offrire un intervento tradizionale non è più accettabile. Certamente, ci sono ancora casi che richiedono l’intervento aperto, ma rappresentano una minoranza.

 

Continua…

 

Prima parte

 


Dott. Giovanni Domenico Tebala

Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Digestiva e d’Urgenza dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni

Chirurgo addominale formato in Italia e all’estero in chirurgia dell’apparato digerente, chirurgia oncologica, chirurgia mininvasiva, robotica e chirurgia d’urgenza. Fino al gennaio 2013 ha lavorato a Roma (Aurelia Hospital) per poi spostarsi in UK, dove ha ricoperto ruoli dirigenziali. Nel 2016 è stato insignito della prestigiosa Freedom of the City of London. Da marzo 2022 è Direttore della Unità Complessa di Chirurgia Digestiva e d’Urgenza dell’Azienda Ospedaliera S.Maria di Terni.

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