Quando parliamo di apparecchi acustici, ci rendiamo conto che ancora esiste una sorta di stigma sociale, di tabù verso l’IPOACUSIA.
Mentre nel tempo, l’occhiale diventa accessorio e tendenza, griffato e proposto in dimensioni e stili eccentrici, l’apparecchio acustico è diventato sempre più piccolo, invisibile, qualcosa da nascondere.
Proprio per capire la psicologia che si cela dietro a questo oggetto, i passi avanti fatti nel tempo e soprattutto l’importanza di trattare e far valutare prima possibile un problema uditivo, noi di Medicina e Cure abbiamo fatto tappa a Terni, dove abbiamo incontrato Eriberto Martellotti, tecnico audioprotesista , presente ormai da anni nel settore, membro del comitato scientifico di Anap (Associazione Nazionale Audioprotesisti Professionali) che ci ha parlato della sua attività presso il suo studio “ Ci senti”, dei progressi fatti in campo medico e soprattutto dell’importanza dei controlli periodici.
L’ipoacusia è l’indebolimento dell’apparato uditivo dovuto a un danno o alla degenerazione di uno o più dei suoi componenti. Si definisce sordità la perdita totale delle capacità uditive. Si parla invece di compromissione dell’udito quando la perdita è parziale, con livelli che vanno da leggera a moderata, severa, profonda. Se il disturbo interessa un solo orecchio si definisce unilaterale. La compromissione dell’udito può seriamente incidere sulla vita del soggetto colpito. Essa, infatti, viene definita anche un “handicap sociale”.
Si stima che sia affetto da ipoacusia circa il 12% della popolazione mondiale, percentuale che sale al 40% per gli over 65. Si stima inoltre che circa il 40 % della popolazione sopra i 75 anni soffra di riduzione uditiva legata all’età, la così detta presbiacusia.( Fonte https://www.humanitas.it/malattie/ipoacusia/)
Raramente l’ipoacusia si manifesta in modo improvviso, normalmente la perdita uditiva avviene su un lungo periodo e quindi in una prima fase passa inosservata, ciò grazie anche alla plasticità celebrale, caratteristica per la quale il soggetto, in una prima fase si abitua al disturbo. Con il passare del tempo però i problemi uditivi non possono essere compensati senza un aiuto esterno. Spesso i primi ad accorgersi del problema uditivo del soggetto sono i familiari e gli amici che sono costretti a ripetere le cose o si rendono conto, ad esempio, che l’ipoacusico tende a tenere la televisione ad alto volume. Colui che soffre di ipoacusia invece, anche se consapevole del problema, cerca di non prendere nessun provvedimento, molto spesso dando la colpa agli altri che gli parlano piano o che farfugliano le frasi. Invece un’indagine audiologica precoce, mediante un test dell’udito presso un centro acustico oppure direttamente da uno Specialista Otorino, permette di intervenire in tempo per evitare che il deficit uditivo possa compromettere la qualità di vita.
Ma cosa ferma la persona a ricorrere ad un apparecchio acustico quando necessario? Sebbene l’ipoacusia sia molto diffusa, c’è una sostanziale mancanza d’informazione e comunicazione. L’uso di apparecchi acustici e la perdita dell’udito devono essere destigmatizzati e considerati come una condizione comune. Gli stereotipi inappropriati sono frequenti nei media: i personaggi con perdita dell’udito sono spesso rappresentati come goffi, vulnerabili, inferiori. Lo stigma della perdita dell’udito può infatti essere più dannoso della condizione stessa. A differenza degli occhiali, l’apparecchio acustico è ancora troppo spesso considerato un segno di disabilità. Questo stigma può influenzare l’approccio alla prevenzione e al trattamento dell’ipoacusia, facendo sì che le persone esitino a sottoporsi a un test dell’udito o ad indossare apparecchi acustici.
Nel tempo scienza e ricerca hanno permesso di dare vita a modelli sempre più all’avanguardia, piccoli e super tecnologici. Dei veri software in miniatura.
Il lavoro che si sta facendo negli ultimi anni, grazie a testimonial influenti, campagne di sensibilizzazione e maggior informazione sta lentamente portando a importanti risultati, il controllo dell’udito deve essere considerato una priorità, così come la prevenzione e il trattamento.
Riconoscere in tempo sintomi e disturbi può fare la differenza. L’Ipoacusia è una patologia invalidante, ma ad oggi con le dovute tecnologie, si può tornare a vivere una vita quanto più normale possibile.
Il disturbo uditivo aumenta il rischio di isolamento e le sue conseguenze come da studi scientifici che dimostrano come il calo uditivo possa compromettere le capacità intellettive [(Tratto da un articolo di JAMA (una delle più importanti riviste mediche internazionali) Association of Age-Related Hearing Loss with Cognitive Function, Cognitive Impairment, and Dementia. A Systematic Review and Meta-analisys. David G. Loughrey, Michelle E. Kelly et al. JAMA Otolaryngology-Head and Neck Surgery, 2018;144 (2), 115-126)]
Eriberto Martellotti e tutto il suo staff, Vi aspetta per un test screening gratuito dell’udito presso il suo studio “Ci Senti” a Terni in Corso Vecchio 280
Tel. 0744 364298
https://www.cisenti.it/