Con il dott. Francesco Corea, Neurologo presso l’Ospedale S. Giovanni Battista di Foligno, abbiamo parlato della Sclerosi Multipla, malattia infiammatoria cronica che coinvolge circa 1000-1200 persone nella nostra regione.
Dottor Francesco Corea, parliamo della sclerosi multipla. Che cos’è e quali sono le cause di questa malattia?
La Sclerosi Multipla, che coinvolge circa 1000-1200 persone qui in Umbria, è una malattia infiammatoria del sistema nervoso centrale. Diciamo che si tratta di una malattia multifattoriale in cui ci sono alcuni aspetti di predisposizione genetica, insieme a esperienze che fa il nostro sistema immunitario legate all’ambiente ed eventi infettivI che attraversiamo nel corso della vita: in alcuni casi si può creare quella speciale congiuntura in cui il sistema immunitario riconosce alcune parti del tessuto del sistema nervoso come un nemico dell’organismo. Quindi si stabilisce un’infiammazione. Questa cosa avviene sulla mielina, una specieale proteina che protegge i neuroni, li fa vivere a lungo, li fa funzionare bene e gli fa trasmettere impulsi elettrici ad altissima velocità. Si tratta quindi di una delle malattie dette demielinizzanti oppure malattie infiammatorie: il sistema immunitario riconosce la mielina come un qualcosa di estraneo e tende a infiammarla, a disfarla. Questo può portare disturbi che in alcuni casi per fortuna, sono modesti, altre volte più impegnativi, in un qualsiasi distretto del sistema nervoso: per questo si chiama sclerosi “multipla”. Può coinvolgere infatti il sistema visivo, il sistema motorio, il sistema sensitivo, l’equilibrio, l’udito, la memoria, perché la mielina è un po’ dappertutto. Per i motivi anche di evoluzione, il buon Dio ha dato più anticorpi al genere femminile che porta la vita attraverso la maternità: per questo le donne hanno maggiori chance di sviluppare malattie autoimmunitarie nella propria vita, come tiroidite, problemi di artrite e anche le malattie infiammatorie del sistema nervoso, che coinvolgono con un rapporto di tre a uno il genere femminile. Questo rende la sclerosi multipla una malattia in cui ci vuole particolare sensibilità, poiché il genere femminile ha esigenze particolari: basti pensare agli aspetti riproduttivi, gli aspetti gestazionali (per esempio l’allattamento), per cui l’intervento delle cure mediche deve essere modulato in maniera adeguata.
Quali sono i sintomi della malattia?
Tra i più noti c’è la neurite ottica, un’improvvisa infiammazione del nervo ottico. Si tratta di un disturbo visivo che può essere anche brutale nell’arco di pochi giorni e che induce un abbassamento della acuità visiva talvolta molto significativo, che porta addirittura in Pronto Soccorso. La persona che ne soffre va in diagnosi differenziale con trombosi, ischemie, distacchi di retina o altre malattie oculistiche. In genere già in pochi minuti un valido oculista può riscontrare aspetti infiammatori semplicemente dilatando la pupilla e guardando che cosa succede all’interno. Qualora vi sia un brusco abbassamento dell’acuità visiva dobbiamo ricorrere a trattamenti anche urgenti che sono I cortisonICI per via endovenosa, una vera e propria squadra di pompieri che spegne l’incendio. Un danno al nervo ottico curato tardivamente può anche indurre danni permanenti e la vista è un bene preziosissimo. Quindi, anche se non è questione di minuti o di ore, comunque una pronta diagnosi di una neurite ottica può minimizzarne i sintomi. Altre volte la malattia ha un esordio subdolo, coinvolge un po’ le vie motorie, un po’ le vie dell’equilibrio e capita spesso che qualcuno, con problemi di forza alle gambe o di un cammino non molto efficiente, finisca a fare una radiografia alla schiena o una visita ortopedica pensando ci sia qualcosa che non va a quel livello. L’ortopedico può facilmente intuire che non ci sono problemi di osteoarticolari e in genere questi pazienti per cui si sospetta un problema neurologico ci vengono inviati per un’opinione. Attraverso un appropriato screening clinico si imposta un percorso diagnostico che vede nella risonanza magnetica un elemento molto importante. Atra diagnostica molto peculiare è la puntura lombare: il sistema nervoso è chiuso e per capire cosa succede là dentro non basta fare un prelievo con un esame del sangue. Per questo ci siamo inventati questo aghetto che entra nella colonna, negli spazi liquorali, e possiamo raccogliere piccoli campioni di liquido spinale e analizzarlo per capire cosa sta succedendo. Si tratta di una procedura del tutto analoga a quella della spinale effettuata per la parto analgesia, però in quel caso viene somministrato un farmaco per controllare i dolori mentre, con la spinale che facciamo per fini diagnostici, raccogliamo del liquido. Per cui è un esame diagnostico, non terapeutico.
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Ci sono delle terapie specifiche?
Numerose. Per fortuna dagli anni ‘90 in poi la storia clinica della sclerosi multipla è cambiata in maniera significativa. Prima c’erano pochi farmaci, con tanti effetti collaterali. I primi passi in avanti furono fatti con l’introduzione del galatiramer e dell’interferone, però si trattava di punture che facevano venire brividi, sbalzi di temperatura e molta gente con sindrome molto leggera preferiva quasi la malattia alla cura con effetti collaterali intensi. Adesso ci sono molti farmaci orali, per cui è diventato più accettabile anche socialmente curare una malattia semplicemente con una pasticca piuttosto che con i vecchi farmaci, che oltretutto dovevano essere conservati in frigo. Con le compresse è come curare la pressione, la tiroide o il diabete e riusciamo ad avere meno effetti collaterali e maggiore libertà di movimento. Ci sono anche farmaci per uso endovenoso per cui, ove ci siano infiammazioni del sistema nervoso particolarmente brutali, possiamo agire con farmaci citolitici, veri e propri missili teleguidati che vanno a distruggere le cellule che causano l’infiammazione. La diagnosi precoce della malattia preserva l’autonomia della persona per tutta la vita e i ragazzi con questa diagnosi hanno una vita normale, si laureano, si sposano, fanno figli. Alcuni casi particolarmente brutali necessitano di contromisure adeguate; non è una malattia per cui abbiamo ancora una soluzione definitiva ma un trattamento precoce può fare la differenza.
Qual è l’evoluzione della malattia e quali sono le aspettative di vita?
L’aspettativa di vita è normale, molto simile a quella della popolazione generale. Se facciamo riferimento ad altre tabelle, una diagnosi di diabete accorcia la vita di 7 anni, cosa statisticamente evidenziata. Una diagnosi di sclerosi multipla non porta un accorciamento della vita. Le classiche forme cliniche vengono definite come relapsing e remitting e hanno dei gradini di acutizzazione che possono necessitare terapie cortisoniche e terapie preventive. Vi è una quota di sindromi che hanno un’evoluzione più subdola e sono le forme definite secondariamente progressive. E in questa seconda forma di evoluzione della malattia, che non è brutale ma appunto lenta, e per la quale vi sono meno risorse terapeutiche sebbene nell’ultimo anno siano stati introdotti sul mercato prodotti specifici per questa sindrome, rientra in una quota più esigua di pazienti. Tuttavia è sempre uno spauracchio perché non abbiamo un esame per dire sì, la malattia sta diventando progressiva, ma ce ne accorgiamo in maniera un po’ subdola e spesso a cose già avvenute. In linea di massima, anche qua una diagnosi precoce e un trattamento appropriato può ridurre in maniera significativa la secondaria progressione della malattia. C’è poi un altro gruppo di sindromi che sono le primariamente progressive, questo ancora più esiguo dei precedenti gruppi, in cui vi sono farmaci che utilizziamo. La sindrome appare già dall’inizio molto lenta, molto progressiva, molto subdola. È una sindrome che va in diagnosi differenziale con altre malattie genetiche – le paraparesi spastiche, ereditarie o sporadiche. Il messaggio che porterei è che con la sclerosi multipla si può avere una vita ricca e lunga e si possono avere tutte le normali complicanze dell’invecchiamento, perché le persone con SM vivono a lungo e quindi possono incappare in tutte le malattie tipiche della vecchiaia. Lo constatiamo seguendo le coorti di diagnosi degli anni ‘80 e ‘90; adesso c’è una casistica geriatrica di persone con SM che sta dando informazioni significative.
Dott. Francesco Corea
Neurologo Ospedale di Foligno USL Umbria 2
Segretario regionale Associazione Neurologia Emergenza Urgenza
Segreteria aziendale CIMO – FESMED
Laurea in Medicina e specializzazione in Neurologia nel 2003 a Perugia, fino al 2009 ricercatore presso IRCCS San Raffaele di Milano. Svolge attività presso la clinica Neurologica di Foligno USL Umbria2. Esperto di Ictus – Sclerosi Multipla in particolare implementa l’uso della Telemedicina nella pratica medica. Segretario regionale della Associazione Neurologia Emergenza Urgenza ANEU