Gennaio è il mese della prevenzione del tumore del collo dell’utero. È un tumore della sfera genitale femminile che colpisce la parte più esterna dell’utero (detta anche collo o portio), quella cioè facilmente esplorabile con la visita ginecologica e viene causato principalmente dall’infezione da Papilloma virus umano (HPV), che si trasmette per via sessuale ed è molto frequente soprattutto nelle persone giovani. In Italia sono stimati nel 2020 circa 2.400 nuovi casi, pari all’1,3% di tutti i tumori incidenti nelle donne. Questa neoplasia è più frequente nella fascia giovanile (4% dei casi) e rappresenta il quinto tumore per frequenza nelle donne sotto i 50 anni di età.
«È bene sottolineare come, la regolarità dei controlli riduca il rischio dell’insorgenza della malattia. Con i pap test regolari il tumore del collo dell’utero ha oggi un’incidenza di mortalità molto inferiore rispetto agli anni passati, perché lo screening fa sì che queste patologie possano essere gestite in tempo. Un altro fondamentale strumento di prevenzione è il vaccino contro il Papilloma Virus – da somministrare sia alle ragazze che ai ragazzi – che si può fare fino ai 45 anni, anche se andando avanti con gli anni si riduce l’efficacia. È falso pensare, che una volta positivizzati dal virus, non si può più somministrare; assolutamente no» ci ha spiegato il dottor Saverio Arena, ginecologo e direttore f.f. della Struttura Complessa di Ostetricia e Ginecologia dell’Azienda Ospedaliera di Perugia in una recente intervista rilasciata al nostro magazine.
«Ribadiamo che gli screening preventivi come il pap test, che viene fatto dai 25 ai 35 anni ogni 3 anni, e il test HPV (Human Papilloma Virus) che fino ai 35 anni va fatto ogni 3 anni e poi ogni 5, ci permettono di individuare infezioni ed eventuali tumori. Il vantaggio del sistema di screening è quello che ha cadenza periodica e la donna viene contattata a eseguire il test gratuitamente» conclude il ginecologo.
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Dott. Saverio Arena
Direttore f.f. della Struttura Complessa di Ostetricia e Ginecologia dell’Azienda Ospedaliera di Perugia.
Si occupa prevalentemente del trattamento chirurgico delle patologie ginecologiche benigne e maligne per via addominale.