Bei tempi quando l’affermazione sociale si concretizzava attraverso modelli differenzianti, facendo emergere chi sapeva distinguersi su un piano culturale e comportamentale. Ma l’epoca dell’immagine che prevale sulla sostanza ha ben presto modificato i canoni di conferimento della popolarità, inducendo a pensare che indossare un capo di abbigliamento attillato che magari lasci esibire alcuni particolari punti del corpo, sia meritevole di riconoscimenti più importanti del superare brillantemente un esame universitario. Ma è quando ti accorgi che quel capo di abbigliamento non è proprio fatto per te che il mostro comincia a distruggerti, facendo diventare il tuo corpo e il cibo i tuoi peggiori nemici, facendo decadere l’autostima e aumentare il senso di colpa, facendo emergere la vergogna. Un mostro che non risparmia nessuno: una teenager alle prese con una delusione amorosa; una madre adulta che desidera apparire giovane perché giovanile sarebbe già una sconfitta; suo figlio che magari, non avendo il senso del limite, finisce per distruggersi tentando di praticare la sua dieta radicale.
Ci sono delle speranze?
Per fortuna possiamo dire che le ancore di salvezza non mancano, come il prezioso lavoro che sta facendo da anni la Dr.ssa Laura Dalla Ragione, responsabile della rete DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare) dell’USL Umbria 1. Le ho chiesto come è nata questa rete e quali servizi offre. Mi ha parlato del motore di un percorso avviato quasi 20 anni fa a Palazzo Francisci di Todi, uno spazio di cura alternativo all’ospedale, dove le ragazze e i ragazzi vivono una presa in carico intensiva, accompagnata da una esperienza di vita accogliente, confortante ed edificante. Nel tempo si sono affiancati a questo servizio il centro DAI (Disturbi da Alimentazione Incontrollata) e Obesità di Città della Pieve, primo centro in Italia interamente dedicato a queste problematiche; l’ambulatorio disturbi alimentari e del peso presso di Umbertide; il centro diurno per i DCA Il Nido delle Rondini di Todi. Oggi questi centri sono un punto di eccellenza su scala nazionale e ospitano il numero verde SOS Disturbi Alimentari 800180969.
La pandemia ha inciso sul fenomeno dei DCA?
Domanda rivolta al Dr. Giovanni Antonelli, medico nutrizionista della rete DCA dell’USL Umbria 1, che mi ha confermato come l’impatto sia stato pesante, soprattutto nelle fasce di età più giovani. Anche i Disturbi dell’Alimentazione e della Nutrizione (DAN), che di questa famiglia fanno parte, sono cresciuti a dismisura e anche l’esordio dell’anoressia si è rivelato più precoce. Purtroppo si sono anche acuiti i disturbi alimentari preesistenti. La pandemia ha spesso determinato l’interruzione della routine quotidiana, la limitazione della libertà, modificando le abitudini alimentari, limitando l’attività fisica. Per i bambini e ragazzi la didattica a distanza, la lontananza dagli amici, il vivere nella propria cameretta, hanno trovato nei DAN una modalità di esternazione e/o gestione del malessere conseguente. In Italia, dal primo semestre 2019 al primo trimestre 2020, i nuovi casi sono passati da 163.547 a 230.458.
Quanti sono i pazienti in carico alla rete DCA dell’Usl Umbria 1?
Domanda rivolta alla Dott.ssa Francesca Rossetti, coordinatrice dell’Ambulatorio DCA di Umbertide, che ha quantificato in circa 800 pazienti/anno i casi trattati, dislocati nei diversi livelli assistenziali (ambulatoriale, semi-residenziale, residenziale e ospedaliero). Negli ultimi mesi l’incremento è stato del 30%, soprattutto tra i giovanissimi, non riguardando più solo il sesso femminile, visto che ormai il 10% dei pazienti sono maschi di tutte le età. L’età di esordio si è abbassata, passando da 15-16 anni a 10-12. Da notare che in alcune Regioni italiane c’è carenza di ambulatori dedicati e per questo motivo giungono alla nostra attenzione richieste d’aiuto provenienti da tutto il territorio nazionale.
La pandemia ha reso difficile il lavoro con i piccoli pazienti affetti da DCA?
Ho chiesto questo alla Dott.ssa Ilaria Raichi, psicologa e psicoterapeuta della rete DCA dell’Usl Umbria 1, che mi ha confermato come la situazione pandemica abbia posto un grande limite rispetto ai DCA infantili. L’ambulatorio di Umbertide si occupa dal 2014 di percorsi terapeutici sperimentali di gruppo (terapia elettiva psico-nutrizionale) che a causa delle misure restrittive anti Covid-19 sono stati sospesi, sostituiti dalle terapie individuali. Ai bambini è stato sempre assicurato l’apporto necessario, anche se molto più dispendioso dal punto di vista operativo.
Quali prospettive per il trattamento dei DCA?
Domanda rivolta alla Dott.ssa Giada Lucaroni, educatrice professionale della rete DCA dell’Usl Umbria, la quale ha affermato che lo scorso 21 dicembre è stata votata in Senato l’istituzione di un Fondo per il contrasto dei DCA, presso il Ministero della Salute, con dotazione di 25 milioni di euro in due anni. Inoltre, nei LEA (Livelli Essenziali e uniformi di Assistenza), è stata definita la specifica area dei DAN, le cui prestazioni sono attualmente inserite nell’area della Salute Mentale, decisione che sarà utile per le tante famiglie che nelle altre regioni affrontano questo problema e che ancora non trovano risposte.
Come accedere alla rete DCA dell’Usl Umbria 1?
In Umbria è presente l’unica rete pubblica nazionale che affronta tutti i livelli assistenziali, dall’ambulatoriale a quello ospedaliero salvavita. Per accedervi, basta semplicemente telefonare a:
- Palazzo Francisci Todi: 075 8942577, 075 8943302
- Centro DAI Città della Pieve: 0578 290365, 0578 290965
- Ambulatorio Disturbi Alimentari e del Peso di Umbertide: 075 9422317, 075 9422316
- Centro Diurno Il Nido delle Rondini Todi di Todi: 075 8858320, 075 8858324
- Numero verde SOS Disturbi Alimentari: 800180969