E’ ripresa l’attività del Laboratorio di stimolazione cognitiva (Lsc) del Distretto del Trasimeno, situato presso la sede il presidio di Passignano sul Trasimeno (ex ospedale), in collaborazione con l’Associazione Malati Alzheimer (Ama) Umbria. Il ciclo di trattamento dura 6 mesi ed è rinnovabile fino ad un massimo di 12 mesi. All’interno del laboratorio i pazienti con deterioramento cognitivo lieve svolgono attività di stimolazione cognitiva e, nel contempo, laddove sia necessario e siano presenti situazioni specifiche, viene offerto sostegno ai caregiver con l’obiettivo di stimolare le performance cognitive, affettive e funzionali, favorire la socializzazione al fine di migliorare il benessere personale e la qualità di vita del malato e dei familiari.
L’iter per accedere al laboratorio parte dalla valutazione del medico di medicina generale che richiede per il soggetto che presenta un fondato sospetto di deterioramento cognitivo una “visita neurologica per Disturbi della Memoria” o “visita geriatrica per Disturbi Cognitivi + test” da effettuare al Centro per i Disturbi Cognitivi e Demenze (Cdcd). Lo specialista neurologo o geriatra del centro – a seguito dell’accurata anamnesi ed esame obiettivo, della somministrazione di test cognitivi specifici e di eventuali ulteriori esami di approfondimento – prende in carico il paziente programmando, prescrivendo e prenotando direttamente con agenda dedicata il follow up e/o gli eventuali altri esami, imposta il trattamento farmacologico e/o quello non farmacologico in relazione alla gravità del quadro clinico e produce il referto della visita per il medico di famiglia e per la condivisione del percorso di presa in carico. Nei pazienti affetti da demenza di gravità da lieve a moderata, verificata in seguito al soddisfacimento di parametri neuropsicologici specifici misurati mediante la visita di valutazione di ingresso condotta dallo specialista in neuropsicologia/neuropsicologo, viene definito un programma di riabilitazione cognitiva presso un laboratorio di stimolazione cognitiva, con l’obiettivo non solo di migliorare le funzioni cognitive, ma anche di renderlo in grado di affrontare le disabilità che il deficit cognitivo causa nella sua vita e nelle sue attività quotidiane. Subito dopo il neuropsicologo identifica gli obiettivi funzionali per ciascun paziente al fine di rallentarne il decorso del decadimento cognitivo e nel contempo aiutandolo anche ad affrontare le disabilità conseguenti l’impatto che il deficit cognitivo causa nella sua vita e nelle sue attività quotidiane, mediante l’esecuzione di attività specifiche e compiti che stimolano le funzioni cognitive e sociali.
L’intervento nel Lsc, quindi, promuove attività di stimolazione cognitiva mirate ad ottimizzare le risorse del paziente attraverso esercizi eseguiti sia in gruppo sia singolarmente secondo precisi modelli, con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza e l’efficienza cognitiva del paziente. Sempre il Neuropsicologo somministra, al termine del percorso terapeutico, batterie di test cognitivi specifici per valutare lo stato ed il profilo cognitivo ed emotivo-comportamentale del paziente e di conseguenza il livello di progressione della malattia nonché l’eventuale efficacia dell’intervento terapeutico.
Vista l’attesa che si era creata attorno a questa attività e la necessità per l’area del Trasimeno di individuare e riattivare il percorso descritto, in attesa di poterlo potenziare ulteriormente, è doveroso raccomandarne la promozione e l’adesione a tutte le figure professionali coinvolte e soprattutto alla popolazione interessata dalle descritte patologie.
fonte: Usl Umbria 1