Martedì 23 con le esperte Vera Cuzzocrea e Debora Peruzzi si parlerà di alcuni rischi che si possono incontrare nell’utilizzo della rete come veicolo per intrattenere relazioni intime: in particolare revenge porn e adescamento. Fenomeni che interessano sia le persone che ne fanno direttamente esperienza, sia genitori ed insegnanti. In mancanza di programmi strutturati di educazione sessuale e affettiva nella scuola, infatti, capita che la rete diventi una cassa di risonanza, se non addirittura lo strumento elettivo di condotte violente ed abusanti.
Il 25 novembre sarà la giornata mondiale contro la violenza verso le donne, e c’è un grande lavoro da fare sul piano culturale e collettivo per scardinare alcuni assiomi tossici che riguardano le relazioni sessuali. Nel recente, premiato film Una donna promettente (Promising young woman), la regista, Emerald Fenner, ne mette in luce alcuni, e lo fa in un modo insolito e urticante: la storia si snoda intorno al progetto di una vendetta al femminile in cui la protagonista cerca una forma di nemesi per la morte della sua migliore amica, che si è suicidata dopo essere stata abusata da un compagno di università mentre era ubriaca. Il titolo del film richiama un fatto realmente accaduto: un giudice americano ha comminato una pena minima ad uno studente dell’università di Stanford accusato di stupro, in base al fatto che fosse un Giovane Uomo Promettente.
I comportamenti di abuso, non smetteremo mai di sottolinearlo, crescono dentro parametri cognitivi e affettivi culturali e il lavoro che c’è da fare, sul piano psicologico e sociale, riguarda tutte le latitudini di queste esperienze: da quella personale a quella collettiva.
Durante l’evento di martedì verrà chiarito, in merito a questo, che anche la definizione Revenge Porn può essere inappropriata a descrivere puntualmente il fenomeno indagato. Di fatto, la condivisione non consensuale di materiale intimo in rete raramente nasce da un proposito di ritorsione: non ci si vuole vendicare della donna di cui si fa circolare materiale pornografico, si vuole soprattutto ferirne la dignità, in un paradigma di goliardia sprezzante che viola ogni principio di rispetto relazionale e affettivo. Ne abbiamo troppo spesso visto le conseguenze a partire da casi di cronaca desolanti. Ne vediamo gli effetti anche quando chi è vittima di abuso non viene creduto e la violenza si amplifica.
Si parlerà anche di adescamento on-line, cercando di tratteggiare le ricorrenze di questo tipo di condotte di abuso in cui vengono irretiti ragazze e ragazzi spesso giovanissimi e di dare alcuni indizi per riconoscerne i segnali.
fonte: Festival della Psicologia